Poesia "La Gravina di Ginosa"
di Pietro Tamburrano

La Gravina di Ginosa

è d’un popolo la culla,

uno scrigno di cultura,

luogo sacro di memorie.

Un paese ivi sorse,

incavato nella pietra:

nelle grotte naturali

visse l’uomo primitivo.

A indigeni tenaci

si congiunsero migranti:

quella fossa sinuosa

fu dimora poderosa.

E la storia ci racconta

di trapassi epocali:

una razza primordiale

civil popolo divenne.

Crebbe tale con l’avvento

dell’ellenico fermento,

della greca esperienza,

di romana efficienza.

Da pagani e cristiani

fu passaggio decisivo:

furon grotte in Gravina

pur le chiese bizantine.

Quella fossa fascinosa

è prestigio sorprendente,

non discarica immonda,

cupo segno di degrado.

Il passato la esalta,

il presente la ignora:

il destino che v’incombe

è riscatto o rovina.

"La Gravina di Ginosa": Un paesaggio Primordiale

Pietro Tamburrano, nella sua poesia “La Gravina di Ginosa,” dipinge un quadro vibrante della Gravina, un profondo e spettacolare canyon situato nel cuore della Puglia. E’ descritta come un paesaggio primordiale, una frattura nella terra che rivela strati di storia geologica e culturale. Viene utilizzato un linguaggio evocativo per trasmettere la vastità e la magnificenza di questo luogo. Un luogo in cui la natura si mostra in tutta la sua potenza e bellezza, con pareti rocciose che si ergono maestose e rigogliose piante mediterranee che prosperano nelle sue profondità. 

Tema centrale è l’intreccio indissolubile tra storia e natura. La Gravina non è solo un fenomeno geologico, ma  anche un luogo carico di significati storici. E’ una culla per un popolo antico, un vero e proprio scrigno di cultura e memorie sacre. Le sue pareti rocciose sono punteggiate di grotte e rifugi che raccontano storie di antiche civiltà e comunità che hanno abitato questa regione per millenni. 

L'Evoluzione Storica

Tamburrano, durante il suo racconto, parla di trasformazioni epocali che questo territorio ha vissuto nel corso dei secoli. La sua storia è segnata da cambiamenti significativi: un popolo primordiale si è evoluto in una civiltà avanzata, influenzata da vari popoli e culture. Con l’arrivo degli Elleni, ovvero i Greci, e la loro esperienza culturale, la Gravina ha conosciuto un fermento che l’ha arricchita ulteriormente. A questo si è aggiunta l’efficienza romana, che ha portato ulteriori sviluppi. Essa non è stata solo un luogo di passaggio per i pagani, ma anche un importante sito per i cristiani. Le grotte sono diventate anche chiese bizantine, testimonianza del passaggio e della fusione di diverse fedi e culture. 

La Sfida del Presente e il Destino della Gravina

Nell’ultimo segmento della poesia, l’autore riflette sul destino attuale del canyon ginosino. Lo descrive come un luogo di fascino straordinario e prestigio storico, che però rischia di essere dimenticato e degradato nel presente. Egli critica l’indifferenza contemporanea verso questo tesoro storico, sottolineando che la Gravina non deve essere vista come una discarica o un simbolo di degrado. Conclude con un avvertimento sul destino che incombe su questa terra: può conoscere riscatto o rovina, a seconda di come verrà trattata dalle generazioni attuali e future. Questa parte della poesia invita a una riflessione profonda sull’importanza di preservare e valorizzare questo inestimabile patrimonio storico.

Ascolta il reel presente su Instagram in cui vera protagonista è la poesia di Pietro Tamburrano
(profilo @antoniopizzulli9)

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