UN ANNO NEL PASSATO

Sei tuffi nei ricordi. Ce li propone Antonio Pizzulli, l’artista ventottenne ginosino che da tanti anni “fotografa”, su cartoncini e tele, le immagini della Gravina di Ginosa e di antiche vie del centro storico.
La scoperta di un territorio selvaggio e abbandonato, fatta fin da bambino, ha popolato i sogni infantili, prima, le fantasie di adolescente, poi; la necessità di conservare la memoria, unitamente al piacere iconografico, hanno determinato la scelta dell’artista.
Vie, squarci e panorami, in un silenzioso alimentarsi di inchiostro e tratti che non trascurano neanche il più piccolo dei particolari, diventano i soggetti di numerose “Immagini” che Antonio Pizzulli realizza, dapprima guidato dal piacere e, a mano a mano, da sofisticata ricerca, dando vita ad opere d’Arte che rapiscono lo sguardo e riaccendono i ricordi.

Alcune, sei, si lasceranno ammirare in questo calendario, scandendo il nostro tempo, confrontandolo col passato, mai con nostalgico rimpianto ma con la fierezza della memoria delle origini.
Antonio Pizzulli, artista quotato, ha riscosso premi e riconoscimenti esponendo in diverse rassegne Personali e Collettive, ha realizzato copertine per il Quindicinale di Ginosa, “La Goccia”.
Le sue opere sono in permanente nella Galleria “Blue Section”, a Taranto.

Adele Carrera

Antonio Pizzulli – “La Gravina del Casale vista da via Matrice” – inchiostro di china

“…dove al mondo si può ammirare uno spettacolo simile?… Possiamo ammirare spettacoli più grandiosi come le cascate del Niagaia,
i fiordi della Norvegia, le austere rovine libiche di Leptis Magna, Ercolano e Pompei… Tutte notevoli, superlativamente impressionanti… 


Ma qui e un’altra cosa… A ridosso delle pareti rocciose della “gravina”, su tutto l’arco del profondo solco naturale che costituisce il limite occidentale delle Murge, sotto l’azzurro quasi perpetuo del cielo meridionale, un umile, disadorno, agglomerato di antri, di cubicoli, di spacchi, di grotte dì cripte, che a centinaia traforano la friabile roccia di calcare tufaceo, appare come un immenso alveare… Un alveare spento abbandonato… Una città trogloditica morta… Che ci riporta molto indietro col pensiero… Tutti segni di passate civiltà che incisero profondamente l’animo
delle generazioni successive… Restai perplesso, in riverente contemplazione…”

(tratto dal libro “CRISTO NON SI E’ FERMAITO” Pietro Parenzan – Schena editore 1982 Fasano)

Antonio Pizzulli – “Il Castello Feudale da Via San Giovanni” – inchiostro di china

“…ed in detta sommità vi è un bellissimo Castello e Palagio, abitazione per comodità del Padrone, e Signore di essa Terra  con due bellissimi appartamenti con Sale, Camere assai,

ornato di ogni sorta di comodità, e con una Torre inespugnabile, e sebbene in essa valle sono abitati in grotte, ed in prima vista paiono alquanto alpestri, sono però dentro di tanto bello artificio, e manifattura, che dona a lli riguardanti grandissima meraviglia, mentre vi sono tutte le comodità necessarie…”

(tratto dal Manoscritto del Cantore Don Cesare Cisternino “DESCRIZIONE ANTICA DI GINOSA” del 1600)

Antonio Pizzulli – “Gli Archi del Ponte dei Castello” – inchiostro di china

“…un vecchio Ponte in Pietra congiunge lo sperone roccioso del Paese al Castello, il quale domina sovrano e maestoso dall’alto la profonda ansa dei rioni “Casale” e “Rivolta” che si avviluppano a ferro di cavallo ai suoi piedi, e dove anfratti, Chiese e ulivi secolari sembrano fare da eco alle antiche gesta dei nostri Padri che in tutte le epoche hanno abitato le nostre dimore, oggi simbolo e traccia indelebile di sacrifici di sapienza e di memoria…”

(tratto da un testo per un CD Multimediale di Antonio Pizzulli del 1997)

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